L’idea di far nascere un Ente che favorisse gli studi storici sul socialismo e sul movimento operaio nacque nella mente di Vera Funaro Modigliani, subito dopo la scomparsa di suo marito, avvenuta a Roma nel 1947. Desiderava onorare, con rinnovato e reverente impegno d'amore, la memoria di quell'uomo cui aveva legato tutta la sua vita, con infaticabile entusiasmo, indistruttibile ottimismo e sofferta militanza politica.
Scrive Vera Modigliani in un appunto che fu Benedetto Croce ad illuminarla sul come poter "far qualcosa" per rendere omaggio ad una persona cara scomparsa, il cui percorso intellettuale e politico la morte non avrebbe potuto bruscamente interrompere, se si fosse riusciti a salvare la memoria scritta dei fatti, dei luoghi e dei nomi di chi quella storia aveva intensamente vissuto per scelta di coraggio e tenace coerenza morale.
Quel "qualcosa" poteva essere anche una Bibliografia, intesa sia come raccolta di documenti scritti su un particolare argomento, sia come una guida per lo studioso, per aiutarlo a dirigere le sue ricerche e a definirne, di volta in volta, il campo di indagine. Nel primo caso Vera Modigliani parla di Bibliografia "monumento", nel secondo caso di Bibliografia "strumento".
Per la costituzione della "Opera Emanuele Modigliani", Vera sceglierà una Bibliografia "strumento", e con scrupoloso rigore scientifico sottoporrà al Comitato promotore dell'Ente anche la definizione precisa della voce "Socialismo" (se doveva cioè comprendere o meno il comunismo, il sindacalismo, il corporativismo e l'anarchismo) e a questa ricerca di campo legherà definitivamente l'intero lavoro di documentazione bibliografica, indicando il 1848 come anno di inizio per la raccolta dei dati. È una bibliografia retrospettiva che seleziona nei primi due volumi i giornali operai e socialisti conservati presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze e nei volumi successivi i libri, gli articoli, gli opuscoli e i numeri unici pubblicati sull'argomento in Italia. Veniva così delineato il principale programma culturale che sarebbe stato sancito nello Statuto dell'Ente per la Storia del Socialismo e del Movimento Operaio Italiano. L’ESSMOI sorse infatti il 26 Aprile 1949, come associazione privata senza fini di lucro, con sede a Roma, nella abitazione di Vera Modigliani, in via di Villa Ricotti 36, alla presenza di illustri esponenti del mondo politico e della cultura italiana: l'atto costitutivo porta la firma di Vera Modigliani, Ugo Guido Mondolfo, Fernanda Ascarelli, Ignazio Silone, Franco Lombardi, Giuliano Vassalli, Giacomo Perticone, Olga Pinto.
Era nato così il primo Comitato direttivo dell'ESSMOI che il 5 maggio 1950 elesse come presidente Alessandro Schiavi e nel 1956 nominò amministratore Enzo Dalla Chiesa, divenuto poi presidente il 3 dicembre 1965. Il fondo iniziale dell'ESSMOI fu costituito dal versamento di un milione e cinquecento mila lire, fatto da Vera Modigliani: la somma era stata spontaneamente raccolta tra gli amici e i compagni del suo "Mene", allo scopo di dare un contributo iniziale agli studi in onore dell'illustre parlamentare socialista ed esule politico, il cui fascino carismatico era ancora molto forte nel ricordo dei compagni di lotta e di partito.
Vera Modigliani si rivolse più volte alle alte cariche dello Stato per ottenere facilitazioni ferroviarie, che le consentissero di viaggiare in Italia per organizzare la collaborazione scientifica nelle varie biblioteche, ma soprattutto per sollecitare il finanziamento all'Opera Modigliani, da lei intrapresa con tanta ostinata energia.
Il Ministero della pubblica istruzione, al quale era stata inoltrata domanda nel 1951 per il riconoscimento giuridico dell'Ente morale, espresse inizialmente un parere negativo, considerando esigua la cifra accantonata come fondo costitutivo. Naturalmente Vera Modigliani, chiamata affettuosamente dagli amici e compagni di lavoro, "la Signora bussa a soldi", non si perdette d'animo, girò le sue richieste alla Montecatini, alla Fiat, al Credito italiano, alla Olivetti, alla Banca d'Italia, al Banco di San Paolo, alla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, alla Presidenza della Repubblica, per citare solo i contributi più importanti. Ottenne percentuali su alcune lotterie nazionali (soprattutto le lotterie Italia e Monza), nonché un cospicuo finanziamento nel 1966 dal Consiglio nazionale delle ricerche, che consentì di pagare le ingenti spese tipografiche di alcuni volumi della Collana Bibliografica.
Inizialmente la stampa dei volumi infatti era a Torino, presso l'Università, con la cura editoriale di Luigi Firpo, mentre a Roma, presso la Biblioteca di Storia Moderna, la direzione scientifica era stata affidata a Fernanda Ascarelli, che mantenne tale incarico, con autorevole severità e infaticabile impegno intellettuale e professionale fino alla fine della sua longeva esistenza, nel 1994.
Si decise di affidare la distribuzione delle opere in Italia e all'estero all'editore Leo Olschki di Firenze.
In questi anni di intensa attività, la signora Vera intrattenne rapporti di lavoro con tutto il mondo culturale e politico a lei più amorevolmente vicino e solidale.
Ci rimane una fitta corrispondenza con Giuseppe Saragat, Pietro Nenni, Norberto Bobbio, Sandro Pertini, Gino Luzzatto, Luigi Firpo, Aldo Garosci, Giuliano Vassalli, Leo Valiani, Gaetano Arfè e molti altri ancora, che nel tempo la sostennero e la consigliarono durante il cammino dell'ESSMOI e nel corso delle varie pubblicazioni, le quali ricevettero sempre una particolare attenzione presso il pubblico degli storici e degli studiosi, con lettere di apprezzamento e con recensioni elogiative su riviste specializzate e sulla stampa quotidiana.
Quando nel 1946 uscì la prima edizione Garzanti di “Esilio”, volume di memorie di Vera Modigliani, le copie andarono tutte esaurite nel giro di poco tempo. L'ESSMOI ne fece una ristampa nel 1984, per la crescente domanda del pubblico degli storici, soprattutto per la conoscenza di quel periodo complesso e sofferto del fuoruscitismo antifascista, sorretto da una fitta rete di solidarietà e da una attività politica clandestina, che fu intrapresa dai molti compagni di esilio dei coniugi Modigliani, come Turati, Treves, Morgari, Lussu, Nenni, Saragat, Buozzi, Baldini, Labriola e Antonini sia in Francia, che in Svizzera e negli Stati Uniti.
I ritratti e le impressioni su personaggi e avvenimenti dell'epoca, sono disegnati dalla signora Vera con la sua ironia livornese e con fervente passione militante, sempre a metà strada tra la narrazione di un incubo angoscioso e l'evocazione di un tempo perduto, che era stato comunque straordinario nella sua eccezionalità, così denso di carica ideale e sostenuto dalla speranza nella riconquista della libertà, troppo a lungo soffocata dalla dittatura nazifascista.
Con quei ricordi ancora nitidi e con il desiderio profondo di non lasciare solo alla celebrazione commemorativa la storia vissuta accanto a suo marito, Vera Modigliani si mosse instancabile tra le maglie della burocrazia per assicurare all'ESSMOI un futuro degno della promessa fatta alla memoria di suo marito nel 1949. Programmò accanto alla redazione dei volumi della Bibliografia retrospettiva del socialismo e del movimento operaio (giunta oggi al 17°vol., per l’anno 1990, con un ulteriore progetto di aggiornamento al 1995), anche una nuova opera di documentazione: un accurato regesto della Attività parlamentare dei socialisti italiani, comprendente in 8 volumi i discorsi, i verbali dei congressi e le conferenze del Partito. Ne curò, con paziente lavoro di trascrizione, la lettura e la selezione dei testi, consapevole di consegnare allo studioso un altro pregevole strumento di ricerca e di fonte documentaria.
Ma il programma dell'ESSMOI e l'ambizioso progetto di Vera Modigliani volevano affiancare a queste due opere in continuazione, un terzo traguardo: la biografia di Giuseppe Emanuele Modigliani. Nel 1971 furono pubblicate le lettere di Mené ai genitori e alla sorella. Ma l'intera biografia aveva bisogno di altro lavoro e altra ricerca storica.
Vera Modigliani, con rinnovato fervore, nonostante l'età avanzata e i mille problemi contingenti, mandò ripetute richieste a molti esponenti del mondo politico ed intellettuale a lei contemporaneo, per riuscire a raccogliere una documentazione, il più possibile completa, della intensa vita di suo marito.
Ci fu un primo invito rivolto al professore Domenico Novacco, che ne stese un parziale schema, e successivamente la richiesta fu rivolta al professore Gaetano Arfè, compagno di comune fede politica, amico e profondo conoscitore della storia del socialismo italiano. Sotto la sua guida, il progetto biografico è stato in parte realizzato da Donatella Cherubini che ne ha pubblicato la prima parte nel 1990.
Il sogno di aver visto cresciuta nella considerazione degli studiosi l'Opera Modigliani, ha ripagato Vera Modigliani dei molti affanni che ha dovuto sopportare per mantenere fede al suo impegno. Vera Funaro Modigliani muore a Roma nel 1974 non riuscendo a vedere la trasformazione del suo ente ESSMOI in Fondazione dello Stato.
La domanda, infatti, inoltrata dall’allora presidente dell’Ente, Enzo Dalla Chiesa, al Presidente della Repubblica Sandro Pertini, fu accolta il 12 aprile 1985 con riconoscimento giuridico del 21 novembre 1987. La nascita della Fondazione Giuseppe Emanuele e Vera Modigliani restituisce ai due coniugi non solo la memoria del loro tenace e coerente impegno politico durato tutta una vita, ma anche la rara testimonianza del loro straordinario sodalizio umano e culturale.
Le molteplici attività culturali, editoriali e di ricerca bibliografica e storicadella Fondazione Modigliani sono curate da un gruppo di collaboratori scientifici provenienti dal mondo delle università e delle biblioteche. La sede istituzionale è in via Arco del Monte 99 a Roma, nell'edificio che è stato la Casa Grande dei Barberini.
Nei giorni e negli orari indicati nel sito www.fondazionemodigliani.it è aperta al pubblico la consultazione delle carte dei suoi Archivi e dei volumi della Biblioteca specializzata in storia del socialismo e del movimento operaio italiano.
(a cura di Viviana Simonelli)